FRANCESCO II DI BORBONE DELLE DUE SICILIE IL RE CRISTIANO CHE SEPPE GUARDARE OLTRE LE TENEBRE

FRANCESCO II DI BORBONE DELLE DUE SICILIE IL RE CRISTIANO CHE SEPPE GUARDARE OLTRE LE TENEBRE Tra Natale e il nuovo anno ricorre l'anniversario della morte di Francesco II, l'ultimo Re delle Due Sicilie. Morì ad Arco di Trento il 27 dicembre 1894, nell'umiltà e nel nascondimento, con quella dignità e discrezione che avevano accompagnato il suo percorso terreno. Nonostante la storia dei vincitori lo aveva relegato nel'oblio, coprendolo tante volte di aneddoti e luoghi comuni ingiusti e immeritati, eppure la sua dipartita non passò in silenzio. Tutti lo piansero e ricordarono, questo Re giovane e coraggioso, che circondato da traditori e cattivi, seppe lasciare al mondo intero un messaggio di dignità e di giustizia. Oggi a 119 anni da quell'evento doloroso, è stato bello che in diversi posti dell'ex Regno delle Due Sicilie, molti si sono ancora ricordati di lui, che seppe mettere nella sua vita al primo posto Dio, l'amore per la sua gente, la generosità e il servizio. Un vero Re cristiano, che seppe guardare oltre quelle nubi funesti che lo avevano circondato, e oltre le tenebre del male e dell'ingiustizia, seppe tenere in alto la luce della speranza e della fede. Il giorno di Natale abbiamo letto il bellissimo prologo di San Giovanni, che molto si addice a questo Re cattolico, che seppe guardare a quella "Luce" che viene a risplendere nel mondo. Essa è venuta, e le tenebre non l'hanno vinta, perché ha saputo con la sua presenza illuminare il cuore dell'uomo. Infatti non l'ebbero vinta su di lui le ingiustizie e le cattiverie, sulle quali seppe essere vittorioso con il suo affidarsi alla Divina Provvidenza, che non manca mai di soccorrere al tempo opportuno. Egli seppe guardare lontano, seppure nel suo presente leggeva la cattiveria e il male che stava accadendo. E in quel guardare lontano ha saputo lasciare un messaggio ai posteri. Non l'avranno eternamente vinta ingiustizie e soprusi, perché Dio viene a riscattare il suo popolo. Egli solo, forse, seppe leggere quel cambiamento di valori, che avrebbero condotto l'umanità verso lo sfacelo. E dinanzi ad un potere che sempre più puntava le sue fondamenta sulla ricchezza, l'ingiustizia e il totalitarismo, egli volle restare se stesso, uomo libero, seppure spogliato di tutto. E da buon Re, che aveva sposato il suo popolo, non abbandonò mai la sua gente, e seppe farsi povero con loro. Più volte aveva espresso la sua grande pietà e il suo amore verso i suoi sudditi, ormai spogliati di tutto. Vedeva realizzarsi la sua profezia: non vi lasceranno neppure gli occhi per piangere. Aveva visto bene, e forse era riuscito a guardare non solo quel suo tempo, ma anche i tempi futuri, questi nostri tempi, e forse, con grande sofferenza, aveva visto la sua Napoli invasa dall'immondizia, tutta la bella terra del Sud distrutta dalla corruzione della politica e dalle mafie alleate del potere, aveva considerato il male che avrebbe portato questa "falsa unità", costruita sull'ingiustizia, sulla violenza e sui falsi plebisciti. Avrà forse pensato ai tanti giovani che non avrebbero avuto più il lavoro, a tante famiglie impoverite. Forse aveva già visto la catastrofica realtà della terra dei fuochi, il suo popolo che non solo veniva massacrato in quel momento da un esercito nemico, ma sarebbe stato massacrato ancora, con i veleni chimici e dalla mancanza di bonifiche del territorio. Quante lacrime avrà versato pensando ai tanti bambini ammalati, come anche ai giovani e adulti avvelenati, a causa dell'inquinamento chimico. Per questo popolo ha pianto, si è offerto, ha pregato e donato. Questo è la forza dei grandi, essere veri cristiani e santi, saper andare incontro a Dio con animo retto e serenità, dopo aver vissuto con dignità e onore, generosità e amore, ricco di misericordia. Questo è stato Francesco II di Borbone delle Due Sicilie, un vero Re, un grande uomo, un vero napoletano, un grande Santo